SUGGESTIONI ELBANE
Carissimi, é pronto il mio breve racconto sull’esilio di Napoleone all’Elba. Chi fosse interessato mi scriva per riceverlo gratuitamente.
26 maggio 2016 di Ruggero Cioffi
Sono le sei del mattino.
Qui all’Elba a volte sembra davvero di essere fuori dal mondo: sento solo il lamento delle civette e un Picchio che fa il buco in chissà quale albero della pineta; la sua ritmica è perfetta.
Questo silenzio genera riflessioni e suscita ricordi. Mi alzo dal letto, sento un gran bisogno di andare in spiaggia per vedere il mare e sentire il profumo della storia. Voglio vedere se in questo mattino di pace riesco a ricordare qualche dettaglio di un ben noto esilio e riviverne la suggestione…
In ogni angolo dell’isola d’Elba si percepisce l’ “allure” della presenza di Napoleone.
La sua impronta è stata indelebile : soli 299 giorni di presenza su quest’isola all’epoca considerata uno sperduto scoglio, dieci mesi che ne hanno però segnato per sempre il destino.
Ho iniziato a interessarmi di Napoleone quando avevo dieci anni. La sua figura mi ha fin da allora sempre affascinato. Soprattutto, questa pagina della sua vita: l’esilio all’Elba, il periodo più trascurato dalla storiografia ufficiale. Negli anni, ripercorrere i luoghi di questo soggiorno forzato, è divenuto per per me un appuntamento quasi rituale. E l’incipit del breve esilio dell’Empereur ebbe luogo proprio qui, dove sono io. Sulla spiaggia sono solo e sento il vento che accarezza le acque calme, trasparenti.
Facile suggestionarsi in questo luogo meraviglioso : sembra di essere nel maggio del 1814… Sulla mia sinistra si staglia sulle acque la antica Cosmopoli, la nobile città medicea di Cosimo: la fece costruire per scoraggiare le continue invasioni dei pirati che flagellavano le coste toscane. Si intravede il faro, fatto costruire dal granduca Leopoldo Asburgo Lorena, fratello della sfortunata regina Maria Antonietta. Insomma, un coacervo di storia, di ricordi, di lontani rimandi a personaggi famosi… Tutti concentrati qui nella fuligginosa e antica Aethalia, come i greci la chiamavano per la sua generosa produzione di ferro.
Non so perché ma queste immagini antiche generano in me sempre un velo di tristezza. Sento forte il profumo del mare che si mescola con il forte odore delle pietre secolari del molo. L’illusione è forte ed è facile sognare ad occhi aperti…Da lontano sta arrivando un veliero maestoso…una nave meravigliosa, sicuramente più grande del brigantino che portò qui all’Elba l’Imperatore. Mentre la vedo avvicinarsi con il suo solenne incedere, ricordo che Napoleone non scese subito a Portoferraio ottemperando al protocollo studiato per salutare il suo ingresso ufficiale in città : preferì prendere contatto con il suo minuscolo nuovo regno la sera prima, mettendo piede proprio qui a Magazzini dove sono io! Ad accoglierlo, dei nobili genovesi che possedevano una splendida villa qui sul mare.
Inizio a immaginare…cosa avrà detto l’augusto ospite a questi isolani? Come avrà inquadrato la loro semplicità ruspante, lui che era avvezzo al puntuale cerimoniale delle Tuileries?
Un po’ mi diverte pensarci…era un uomo intelligente e di mondo. Acutamente avrà risolto garbatamente gli imbarazzi e riso di gusto coi suoi nuovi sudditi. L’indomani lo aspettava la folla di migliaia di curiosi pronta ad accoglierlo in pompa magna.
Deve essere stata dura. Ma ormai ci si doveva abituare. E il pragmatismo è sempre stata una delle sue doti migliori.
Una voce di bambino mi distrae e mi fa purtroppo tornare alla realtà.
Mi volto…
Non sono più da solo…
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